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PICCOLI LETTORI - CENERENTOLA di Charles Perrault

C'era una volta, in un paese lontano, un gentiluomo vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia. Egli donava alla sua adorata bambina qualsiasi cosa ella desiderasse: bei vestiti, un cucciolo, un cavallo.
Tuttavia capiva che la piccola aveva bisogno delle cure di una madre, così l'uomo si risposò. La donna aveva due giovani figlie, le quali, egli sperava, sarebbero diventate compagne di giochi della sua bambina.
Sfortunatamente, il buon uomo morì poco tempo dopo e allora cominciarono tristi giorni per la povera figliastra. La matrigna era dura, fredda e profondamente invidiosa della dolcezza e bontà della sua figliastra, perché queste qualità facevano apparire le sue due figlie ancor più meschine e brutte.
Le sorellastre andavano riccamente vestite, mentre la povera ragazza era costretta a indossare un vestito semplice e grossolano e a compiere in casa tutti i lavori più pesanti. Si alzava prima dell'alba, andava a prender l'acqua, accendeva il fuoco, cucinava, lavava e puliva i pavimenti. Quando aveva finito di sbrigare tutti i lavori, era solita sedersi vicino al camino accanto al carbone e alla cenere. Perciò cominciarono a chiamarla Cenerentola. Nonostante tutto questo, Cenerentola rimase gentile e cortese, sognando che un bel giorno la felicità sarebbe arrivata.
Avvenne che un giorno il re decise di tenere una festa a corte e di invitare tutte le ragazze del reame perché suo figlio potesse scegliersi la sposa.
Le due sorellastre, quando ricevettero l'invito a corte, chiamarono Cenerentola e le dissero: "Presto Cenerentola! Stirami l'abito di velluto rosso, spazzola le scarpe, assicura le fibbie, sistema le guarnizioni".
Cenerentola ubbidì, ma era triste perché anche lei sarebbe andata volentieri al ballo, e pregò la matrigna di accordarle il permesso.
La matrigna, con un sorriso sornione, disse che sarebbe potuta andare se avesse finito il suo lavoro e si fosse procurata un vestito decente da indossare.
Venne il gran giorno. Fin dall'alba le sorellastre furono indaffarate a scegliere abiti, sottovesti e ornamenti da mettere nei capelli. Nel frattempo Cenerentola fu tenuta più occupata del solito, perché dovette ubbidire agli infiniti ordini delle sorellastre.
Quando venne la carrozza a prendere la matrigna e le sorellastre, Cenerentola non aveva avuto il tempo di prepararsi.
"Bene" disse la matrigna. "Allora non verrai. Che peccato! Ma ci saranno altri balli!".
Rimasta sola, Cenerentola salì nella sua stanzetta e triste cercò in cielo la stella più brillante di tutte: suo padre infatti le aveva raccontato che se un giorno si fosse trovata in difficoltà avrebbe dovuto fissare in cielo la stellina più luminosa e qualcuno sarebbe venuto in suo aiuto.
Infatti ecco che all'improvviso dal cielo apparve una nuvola di polvere di stelle da cui si materializzò una donnina dalla faccia tonda, avvolta in un mantello con cappuccio.
Cenerentola chiese: "Chi siete?"
"Sono la fata tua madrina mandata dal tuo buon padre per aiutarti. Dimmi, perché sei così triste?"
"Vorrei tanto recarmi al ballo, ma non ho nulla da indossare!"
"Non abbiamo molto tempo a disposizione" la interruppe la fatina. "Per prima cosa pensiamo al vestito!" toccò Cenerentola con la sua bacchetta e il vecchio vestito strappato divenne uno splendido abito di seta e da sotto la gonna spuntarono delle deliziose scarpette di cristallo, le più belle del mondo.
"Ora hai bisogno di una carrozza! Quella zucca laggiù andrà bene…Ecco!"
E la zucca, sotto il tocco della bacchetta magica, si tramutò in uno stupendo cocchio dorato.
Poi la fata si avvicinò ai topini amici di Cenerentola e li trasformò in due superbi cocchieri e in un elegante valletto. Fu poi la volta di due colombine bianche che vennero tramutate in due splendidi destrieri che furono subito attaccati alla carrozza.
Cenerentola non riusciva a parlare per l'emozione. La fata allora spinse la carrozza e le raccomandò di non rimanere al ballo dopo la mezzanotte: se fosse rimasta un solo minuto di più, la carrozza sarebbe ridiventata una zucca, i cavalli colombine, i cocchieri e il valletto i topini, e lei stessa si sarebbe ritrovata vestita di stracci.
Cenerentola promise e partì felice verso il palazzo reale. In un baleno raggiunse il magnifico castello ed entrò nel salone delle feste dove si stava svolgendo il ballo.
Il principe, colpito dalla bellezza della fanciulla, le venne incontro, la prese per mano e l'accompagnò nella grande sala, in mezzo a tutti e per tutta la serata non ballò con nessun altra.
Le sorellastre e la matrigna si rodevano d'invidia chiedendosi chi fosse la bella sconosciuta che aveva attirato l'attenzione del principe. Tutte le dame osservarono il suo abito e la sua pettinatura, e si ripromisero di copiarli il giorno seguente.
Passarono le ore. Quando l'orologio del palazzo cominciò a battere la mezzanotte, Cenerentola ricordò la promessa e scappò via di corsa. Attraversò il palazzo e scese di corsa lo scalone, inseguita dal principe. Una scarpetta di cristallo le si sfilò correndo, ma lei non si fermò finché non fu in carrozza. L'orologio stava ancora battendo l'ora quando la carrozza lasciò il palazzo di gran carriera: mentre oltrepassava il cancello della sua dimora, risuonò il dodicesimo rintocco: carrozza, cavalli, tutto sparì e al loro posto comparvero una zucca, alcuni topolini, due colombine e una fanciulla vestita di stracci. Tutto ciò che rimaneva di quella magica serata era la scarpetta di cristallo.
Il mattino seguente, il figlio del re comunicò al padre che avrebbe sposato solo la fanciulla che aveva perso la scarpetta al ballo. Un banditore passò per le vie della città annunciando: "Sudditi del reame ascoltate! Il figlio del re sposerà la fanciulla che potrà calzare la scarpetta di cristallo. Tre dignitari di corte andranno di casa in casa con la preziosa scarpetta. Da domani, gran prova della scarpetta."
Tutte le fanciulle del regno si misero in agitazione. Chi avrebbe potuto calzare quella scarpina?
Tutte le principesse, le duchesse, le marchese del regno provarono la scarpetta, ma inutilmente. La scarpina era veramente minuscola e i piedi delle donne troppo grandi. Il dignitario di corte arrivò infine a casa di Cenerentola. La matrigna tutta eccitata, corse a svegliare le sue pigre figlie.
Le due sorelle cercarono senza successo di far entrare i loro piedoni nella minuscola scarpetta. Il dignitario si stava avviando alla porta per andare nella casa seguente, quando Cenerentola, chiamò dalle scale: "Per favore Vostra Grazia, aspettate! Posso provare la scarpetta?"
Il duca gliela calzò e il piede naturalmente entrò senza fatica. Cenerentola fu accompagnata al palazzo reale con la carrozza del re. Là, fra grandi feste e al suono di tutte le campane del reame, Cenerentola sposò il suo principe e da quel giorno vissero felici e contenti.
Cenerentola